martes, 16 de octubre de 2007

una cuestion

hola a todas/os
hace unos dias me he chocado con una información de uno trabajo llevado en los años '50:
el autor es Antonio Campello es portugues y en los años '50 ha echo una catalogación de ptracticas sobre el territorio en tema de reparcelación y viviendas rurales. A lo mejor la pregunta si la ciudad dispersa es sostemible o no puede pasar por analisis de casos concretos. Lo de Vrin podria ser util, pero de lo que è visto tambien lo de Campello
saludos marco.. estoy contento he conseguido entrar en el blog!!! gracias Joana

P.S. hay que empezar a organizar nuestro articulo... es decir que tendriamos que pensar a los temas que cada uno de nostoros quiere subrallar de modo de dar una visión general

2 comentarios:

Joana Fazenda Mourão dijo...

Muy bien Marco! Bien venido.
Por ahora puedes entrar y postar como "work in regress". Luego, se quieres entrar como Marco - tal como Antonella ha hecho - basta creares una cuenta gmail e entrar con ella a partir del link de la invitación que te he enviado ayer... luego verás!
Donde has encontrado Campelo?

work in regress dijo...

Precisazioni sulla conversazione con G.Caminada
Cosa fa in italia?
Risposta:Commisione Alta Badia sezione della valle per carpirne il funzionamento
Lavoro politico sul tema della “Normalità radicale” ma forsemeglio tradotta da Joana la “radicalità normalizzata”
La ragione di inserire i paesi a questa cuota dipende dalla relazione con la agricoltura?
Risposta: è una cosa di tutta la vita, non c’è una ragione particolare. La quota dipende dalla forma della valle. Vals è stretta ma piatta sul fondo mentre noi avevamo solo questo falso piano prima del precipizio in cui è incavato il fiume. (a tutti noi viaggiatori pensate quando in macchina siamo andati a Vals prima del ponte abbiamo fatto un salto di quota attraverso una serie di tornanti assai stretti.)
Temi percepiti:
Pensare- fare
Plusvalenza
Fondamentale l’educazione la scuola che opera cambio di modo di pensare dei giovani
Val Lumezia è come un grande comune
Riflessione sull’Autarchia
00_Riflessione sulla struttura agricola:
Vista la pendenza della montagna sembra chiarirsi che il problema nella gestione è sempre stata la difesa da slavine di terra e dalle valanghe (termine che si riferisce solo alla neve in italiano). La strategia rilevata è quella di usare i percorsi e gli avvallamenti per gestire il flusso dell’acqua. Essa tende a scorrere sotto le zolle di terra fertile e di concime, che in autunno viene posto sul suolo per far si che la primavera dia una buona produzione del fieno. La gestione dell’acqua è relazionata alla disposizione del concime. Infatti la disposizione si organizza in terrazze o appezzamenti meno inclinati e con una parte, per ricongiungersi alla pendenza della montagna, che ricorda dei muretti ma è costruita con la terra stessa. Questa strategia rallenta il flusso dell’acqua.In una analisi dettagliata ci si è resi conto che l’acqua che scivola tra la terra ed, all’incontrare un percorso, viene canalizzata probabilmente per servire la rete anticendio ed anche le cisterne d’acqua per gli animali. Un lavoro futuro sarebbe scoprire l’evoluzione di tali canalizzazioni.
A dimostrazione di ciò sottolineamo:
- l’esistenza di graticci che raccologono l’acqua lungo la strada,
- ad ogni microvalletta la presenza di un sistema di confluenza dell’acqua per evitare che scorra indistintamente,
- alla presenza di ogni stalla un sistema di convolia l’acqua o in una vasca bevitoio per le vacche o in una specie di conca, che sembra naturale ma che è evidentemente generata dall’uomo, dove al discioglersi delle nevi forma una specie di laghetto naturale che poi potrebbe formare un bevitoio naturale che, con il concludersi dell’acqua , genera un sito molto fertile per il fieno.
Come ultimo punto vorrei sottolineare una questione importantissima per l’analisi di questo caso.
L’architetto Caminada sottolineava che la Svizzera è uno stato dove l’agricoltura è estremamente sovvenzionata anche se non nella PAC. Oggi infatti ci si trova di fronte ad un monocoltivo del fieno per via delle sovvenzioni all’allevamento e quindi ad una monoproduzione di latticini e derivati. Ma un tempo intorno a Vrin i campi erano dedicati ad una agricoltura di sussistenza che dava piena autonomia a queste terre. L’abbandono di tale attività porta ad avere un aumento del “flusso di materiali” tra Lanz e Vrin, cosa che porta a considerare che forse non vi potrá mai esistere in futuro una autarchia come forma di radicalità normalizzata, come dichiaato da Caminada. Bisogna assolutamente capire che quando leggiamo nei testi di Caminada che “la disgrazia per i montanari arriva quando devono andare a comprare il pane a valle”, si riferisce al fatto che un inverno duro o una nevicata prima del tempo poteva compromettere completamente questa agricoltura di sussitenza.
Oggi questa agricoltura non esiste più tanto è vero che al posto di questi campi vi ritroviamo distese di fieno.E per cui Vrin tutta è trasformata in un enorme alpeggio. Infatti l’alpeggio di solito sta solo alle quote alte, più o meno intorno ai 2000 metri, dove la vegetazione a bosco non attecchisce per l’altitudine e dove invece attecchisce bene il fieno in estate. Oggi Vrin è alpeggio dalla quota 1400 fino alla quota 2500. Questa trasformazione è fondamentale.
01_Riflessione, in una logica di similitudine con le Valli del Leno
Forse il futuro per una terra come questa è di poter avere anche una forma di dipendenza positiva, che ora personalmente mi è difficile da descrivere, ma che,raccontata dal punto di vista del mio studio, ha a che fare con l’incontro che ho avuto qulache giorno fa con un sindaco G delle Valli del Leno e l’assessore T di Rovereto. Come dire: il sindaco di Vrin e l’assessore all’urbanistica di Lanz.
Tra i due si scherzava su dei soldi che il furbo sindaco G riesce a “spillare” all’assessore T(traducibile in “robar de la cartera”) per la forza che ha G nel conteggiare la perequazione ambientale (lui è un economista ambientale!!il suo nome: Prof Geremia Gios). Ma l’altro l’assessore T, interessato all’intercambio tra valle e monti, chiede al sindaco Gios di aiutare un giovane studente (IO), finanziato da Rovereto, a formalizzare una rete che organizzi la gestione del bosco. Entrambi sono coscienti di avere davanti dei vincoli forestali enormi, ma sanno anche di avere 12000 ettari (tra 5000 di rovereto e le valli del leno 7000) di proprietà comunale tutta boscata con foglia caduca o conifera. L’ambizione per entrambi è semplice: il sindaco G vuole creare posti di lavoro ed l’assessore T risparmiare sulla bolletta. L’interdipendenza positiva nel caso di Rovereto e le Valli del Leno è costituita e sembra sana, tanto è vero che una parte del territorio comunale di Rovereto è stata inserita nel Patto territoriale, proprio per dare la possibiità al patto di essere più forte agli occhi della regione, e questo grazie all’implicito aumento di popolazione che tale inserimento forniva al Patto Territoriale.
Questa storia serve a far capire che la politica ed i regolamenti perequativi italiani obbliagano a stabilire una intensa relazione che probabilmente potrebbe essere intesa positivamente se limitata a fornire una giusta distanza tra le parti definita da Caminada “la disgrazia dei montanari è scendere a Valle(aguas abajo)”